L’articolo che segue l’ho scritto un po’ di tempo fa nel mio blog precedente, ma dopo aver trovato questo fantastico post sulla possibilità di farsi un ambiente cloud serverless con un Raspberry PI (i dettagli in coda al post), mi sono detto che quanto scritto a suo tempo è una naturale “nota di colore” a quello che vi ho raccontato sul Pensiero Analogico e sulla necessità di fare tesoro dell’esperienza del passato per costruire la propria professione del futuro.
All’epoca il Raspberry era molto meno conosciuto rispetto ad oggi, ma i concetti di base espressi sono ancora attuali, e poi siamo alla fine dell’estate, una cremolata di lamponi prima di riprendere il lavoro vero ci sta tutta.
Buona lettura.
Quando ero giovane (mooolto tempo fa) non c’erano i social network, non c’era internet (non fuori dai circuiti universitari e militari per lo meno), i telefonini erano aggeggi dalla praticità vicina a quella di una cabina telefonica e “qualcuno” era solo un imprenditore televisivo emergente.
Il mondo era più grande, anche perché le distanze erano ancora tali, non accorciate dalle videochiamate, aerei low cost e alta velocità (solo la Salerno-Reggio era più corta, ma questa è un’altra storia).
Nonostante tutte queste limitazioni, però (sì, lo so che aspettavate il però), c’era qualcosa che un tredicenne che viveva in un piccolo borgo calabrese poteva fare più agevolmente di un suo coetaneo contemporaneo, imparare i primi rudimenti della programmazione.
Il vic20 prima e il c64 poi mi hanno permesso di cominciare a capire come dare ordini a un computer, per creare piccole animazioni o programmi per la soluzione di equazioni di secondo grado.
Può sembrare che andassi in cerca di rogne in giovane età, ma a furia di fare colloqui a persone che “si buttano nell’informatica perché c’è lavoro” ma che, forse, sarebbero stati più produttivi con una vanga in mano (vero Angelo?), sono sempre più convinto che la generazione del c64 (e dello spectrum, per chi era dell’altra parrocchia) abbia avuto il privilegio di capire per tempo se fosse il caso di usare il pc solo per giocare o se fosse più furbo provare a tirarne fuori una professione divertendosi.
Questo stesso ragionamento lo ha fatto anche il realizzatore di quel generatore di notti insonni davanti a un Amiga che corrisponde al nome di Elite. Un gioco dalla versatilità e dalla longevità (per me) mai eguagliata.
La differenza è che il “losco figuro”, che non è pigro come me, ha deciso di dare una chance anche ai giovinastri attuali, creando per loro il
Raspberry Pi
Stiamo parlando di un mini pc basato su processore arm, con 512k di ram (ora i tagli sono vari), sistema operativo linux, che vive su scheda SD, “cucinato” appositamente per reggere agevolmente l’uscita video hdmi e “stimolare” chi lo usa a imparare a programmare in python, il tutto a circa 30 euro al pezzo.
Se vi state chiedendo “cosa ci faccio?”, consiglio vivamente un giro nei ricchissimi forum ad esso dedicati.
Io personalmente lo tengo acceso da 3 mesi (oramai sono 3 anni in verità) a fare da reverse proxy verso gli altri sistemi di casa, ma ci hanno fatto realmente di tutto (vedi il link a inizio e fine post), dalla domotica alla videosorveglianza, dal comandarci dei robot al farci una media station a basso costo (io per quello, su un Rasp 2, uso la distro raspbmc)
Senza dimenticare che è realmente un ottimo modo per mettersi a giocare con la programmazione per semplice divertimento, come si faceva ai bei tempi andati, quando per fare quello che fanno oggi i suddetti giovinastri il 90% del tempo che stanno su Internet, dovevi avere il coraggio di guardare in faccia un edicolante 😉
Alla prossima.
Approfondimenti:
Cluster Raspberry Pi serverless basato sui Docker
Un interessante articolo che dimostra che è possibile innovare in modo completamente Open e crearsi un “Cloud in casa” che segue le ultimissime tendenze in termini di architetture software, facendo con dei mini computer da 30 euro quello che in alcuni datacenter faraonici ritengono “infattibile”.
L’articolo descrive, step by step come installare Docker Swarm per trasformare un cluster Raspberry Pi cluster in un supercomputer serverles, grazie al framework OpenFaaS per Docker, uno strumento perfetto da utilizzare sia in cloud che on-prem.
- L’articolo completo sul farsi una farm Docker Serverless con un Raspberry PI – https://blog.alexellis.io/your-serverless-raspberry-pi-cluster/
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Un’overview del progetto OpenFaaS – www.openfaas.com