Chi sono (ma anche un po’ cosa faccio)
Mi interesso di “cose di computer” da quando ero ragazzo, stimolato dai primi telefilm di fantascienza della TV in bianco e nero e dai romanzi di Isaac Asimov.
Me ne sono definitivamente innamorato quando ho messo le mani per la prima volta sulla tastiera di un Commodore 64.
Da studente universitario, passando dal C64 al mai troppo rimpianto Amiga, ho avuto la fortuna di cavalcare l’onda di Internet fin dalla sua formazione e, surfando tra gli spruzzi delle tecnologie promettenti ma senza mercato e le “bolle speculative” (che il mercato lo hanno creato e frenato più volte) praticamente non ne sono più sceso.
Negli anni ho imparato molto bene il valore del “time to market”: in negativo, quando l’azienda dell’epoca è stata coinvolta nello scoppio della prima delle bolle di cui sopra; in positivo, quando con uno dei team che migliori che io abbia mai guidato, abbiamo progettato e realizzato la prima piattaforma di Poker on-line legale italiana.
Entrambe le esperienze mi hanno insegnato che quando c’è da scegliere tra la “soluzione semplice” e la “soluzione ottima” di un problema, quello che conta non è l’aggettivo, ma il sostantivo.
Ho implementato le comunicazioni asincrone Browser-Server con il Javascript prima che prendesse svariati nomi modaioli, realizzando framework personali che ricordano da vicino quelli che hanno fatto la fortuna dei social network e creando architetture strutturate a servizi che ora qualcuno ha finalmente “istrumentato” con i nuovi strumenti di API management.
Ho “fatto cose” e “visto gente”, molta gente in verità, che mi ha insegnato che il reale valore delle aziende non risiede negli strumenti, ne nel fatturato, ma nelle persone e nel colloquio tra di esse , come insegnano le nuove pratiche di DevOps (altra parola modaiola), secondo la filosofia del: “Spesso affrontare la fatica di fare un piano di scale è più efficace, anche se più scomodo, di mandare una email”.
Chi mi conosce sa che il mio modo di lavorare si basa su un concetto semplice, che mi piace definire “la via della pigrizia” (da non confondersi con “la via dell’imboscato” come tende a fare qualcuno), che consiste nel fare bene le cose da subito, per evitare di doverle rifare più volte.
Al momento mi occupo di Architetture Applicative “à la page”, Enterprise Architetture e di Energie Alternative, quest’ultima cosa perchè mi piacerebbe molto, per quello che potrò, lasciare ai miei due figli un mondo un pochino più pulito di quello che gli abbiamo fatto trovare quando sono nati.
Capisco bene come sono fatte le cose e riesco, il più delle volte, a individuare e inquadrare correttamente il problema da risolvere e a disegnargli intorno una soluzione efficace, facendolo comprendere bene sia a chi quel problema lo “subisce” che a coloro che sono chiamati a risolverlo materialmente, cercando, per quanto possibile, di non crearne altri al contorno.
Che sia un’idea, una nuova architettura, un prodotto, un servizio o un’applicazione realizzata Ad Hoc, la soluzione è sempre stata negli interessi del cliente e non del fornitore di turno, con un occhio attento alle novità del mercato ma senza inseguire le buzzwords del momento.
Sono simpatico, nel senso etimologico (empatico) del termine, per cui parlo con la gente e la gente parla con me, perché le cose non dovrebbero essere mai “calate dall’alto”, ma sempre condivise, nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità reciproche (ritengo che nei progetti software e nei servizi IT in generale, la democrazia vada sempre attentamente dosata).
Non mi sforzo di “piacere per forza” né cerco di sgomitare per far capire continuamente a tutti quanto sono “bello, bravo e intelligente”, come fanno molti, perché ritengo che se hai necessità di dirlo, forse non lo sei realmente.
Mi sforzo, in ogni circostanza, di lasciare un buon ricordo e le cose un po’ meglio di come le ho trovate (per ora riuscendoci).
E da un po’ di tempo, non so se si è capito, ho la “fissa” di aiutare chi lo desidera nella piena comprensione delle tematiche relative al DevOps, perché ritengo che sia un’ottima occasione, applicandole, per migliorare la qualità della vita di tutti i componenti di un’organizzazione che voglia dedicarsi a “creare cose che devono funzionare”.
Cosa so fare (ma anche un po’ chi sono)
Sono un Ingegnere Informatico, cosa di per sé non particolarmente significativa di questi tempi, almeno in Italia.
Nel corso della mia carriera professionale sono e sono stato, però, molte cose: Internet Pioneer, Software Architect, Project Manager, Direttore di una BU di Sviluppo Software, Account Manager, Cloud Evolutionary (ed Enterprise) Architect, DevOps Evangelist e CTO.
Ho una lunga e concreta esperienza, sia come Ingegnere del Software che come Project Manager, di realizzazione di progetti di sviluppo software in varie tecnologie (ma il mio amore più grande, parlando di linguaggi, resta Java), corredata da una profonda conoscenza delle problematiche legate all’esercizio delle applicazioni, nonché alle trasformazioni che spesso sono necessarie, nell’ambito di un’organizzazione, per rendere più efficace l’introduzione di nuovi paradigmi tecnologici e metodologici, stimolate da quanto realizzato e dai “tempi che corrono”; una tra tutte il DevOps, di cui seguo l’evoluzione fin dai primordi.
L’esperienza “sul campo”, unita alle competenze ottenute attraverso le certificazioni PMP® e ITIL® e a specifiche esperienze nell’ambito dell’Enterprise Architecture, mi hanno dato una visione chiara e completa del percorso End to End per la realizzazione di un servizio applicativo, dalla progettazione alla sua messa in produzione, nonché di quanto è necessario per mantenere il servizio stesso “reliable” (“se l’applicazione non funziona la gente va altrove” dice, a ragione, Google), con un occhio attento all’evoluzione dei paradigmi Cloud (perché il mondo è andato avanti) metabolizzati anche attraverso il conseguimento di certificazioni verticali su Amazon Web Services.
Il Ciclo di Deming e il Principio di Pareto sono diventati la mia “stella polare” e la Servant Leadership il mio tratto distintivo.
Grazie ad essi ho portato al successo progetti di ampio respiro, con tempistiche, livelli di servizio e di qualità fortemente sfidanti e una forza lavoro geograficamente distribuita, che ha consolidato la mia capacita di creare e gestire gruppi di lavoro efficaci nonché di interagire con le varie tipologie di interlocutore, riservando una specifica attenzione al personale non tecnico del cliente finale.
In tal senso, il lavoro di advisoring è sempre stato affiancato da una continua attività di comunicazione, al fine mantenere l’allineamento di tutti gli stackeholder coinvolti nel progetto, individuando le eventuali resistenze o difficoltà da superare, per arrivare alla corretta adozione di quanto prodotto nell’ambito aziendale di riferimento.
Alle attività più squisitamente progettuali ho affiancato l’erogazione di servizi di consulenza di alto profilo, volti a individuare e definire le strategie evolutive delle Architetture Applicative di un’azienda, correlate a progetti di re-ingegnerizzazione dei processi realizzativi, al fine di ridurne il time-to-market pur mantenendo la qualità attesa dei prodotti.
Pasquale Camastra
Ottimo!
Saluti,
Gab
Grazie a te. È stato un privilegio avere tutti voi a bordo.
“uno dei team che migliori che io abbia mai guidato” quel progetto é stata la migliore nave-scuola, in cui potessi capitare. Grazie ancora Pas.